Pietro Grasso nasce a Licata, in provincia di Agrigento, nel 1945, si trasferisce da subito a Palermo. Inizia il proprio cursus honorum in magistratura il 5 novembre 1969 come pretore a Barrafranca. Sostituto procuratore della Repubblicapresso il Tribunale di Palermo dal 1972, intorno alla metà degli anni settanta si occupa di indagini sulla pubblica amministrazione e sulla criminalità organizzata. Il 6 gennaio 1980 diviene titolare dell’inchiesta riguardante l’omicidio del presidente della Regione Piersanti Mattarella
Nel 1984 ricopre l’incarico di giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa nostra con 475 imputati. Pietro Grasso, a fianco del presidente della corte Alfonso Giordano, è stato estensore della sentenza che inflisse 19 ergastoli e oltre 2600 anni di reclusione.
Conclusosi il maxiprocesso, nel febbraio del 1989 Grasso viene nominato consulente della Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Gerardo Chiaromonte prima e da Luciano Violante poi. Nel 1991 viene nominato consigliere alla Direzione affari penali del Ministero di grazia e giustizia.
Successivamente viene sostituto nell’incarico, per poi essere nominato procuratore aggiunto presso la Direzione nazionale antimafia (guidata da Pier Luigi Vigna), applicato nelle Procure di Palermo e Firenze dove ha seguito e coordinato le inchieste sulle stragi del 1992 e del 1993.
A Palermo da Procuratore della Repubblica dall’agosto del 1999, sotto la sua direzione, dal 2000 al 2004, sono state arrestate 1.779 persone per reati di mafia e 13 latitanti, che erano inseriti tra i 30 più pericolosi. Nello stesso arco di tempo la procura del capoluogo siciliano ha ottenuto 380 ergastoli e centinaia di condanne circa per un totale di migliaia di anni di carcere.
L’11 ottobre 2005 è stato nominato procuratore nazionale antimafia, subentrando a Pier Luigi Vigna, che ha lasciato l’incarico nell’agosto 2005 per raggiunti limiti di età, mentre era ancora capo della Procura della Repubblica di Palermo.
L’11 aprile 2006 contribuisce con il suo lavoro, dopo anni d’indagine, alla cattura di Bernardo Provenzano, latitante dal 9 maggio 1963.
Il 18 settembre 2006 la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, con il contributo della Procura Nazionale diretta dal procuratore nazionale Grasso, conclude un’indagine durata due anni riguardante l’azione di alcune cosche mafiose di Vibo Valentia, che avevano messo le mani sui villaggi turistici della costa. Le cosche in questione sono La Rosa di Tropea e quella dei Mancuso di Limbadi, che ricavavano ingenti guadagni dal controllo degli appalti per la costruzione e la fornitura dei villaggi vacanze nella zona di Catanzaro. L’operazione Odissea si conclude con 41 procedimenti di custodia cautelare.
Alla scadenza naturale del primo mandato alla DNA è stato riconfermato dal Consiglio Superiore della Magistratura per un secondo mandato, stavolta senza alcuna polemica ed all’unanimità.
A partire dal settembre 2012 per Rai Storia in 12 puntate Pietro Grasso conduce Lezioni di Mafia: un progetto di educazione alla legalità, dedicato alle generazioni più giovani per spiegare tutti i segreti di Cosa Nostra.