Il Ricordo degli Amici

Pubblichiamo il ricordo di Eugenio che Mariagrazia e Walter De Bernardi hanno voluto donarci durante la cerimonia funebre, in cui tutti gli amici e i compagni di Eugenio si ritrovano (ndr).

Siamo qui oggi per un saluto a Eugenio Cassanmagnago.
In certe occasioni pur dicendo parole giuste con considerazioni adeguate si rischia di essere banali, scontati, finendo per pronunciare frasi di circostanza. Credo che mai come in questa occasione ci si debba sentire terribilmente tristi.
Mai come in questo momento avvertiamo la certezza di aver perso qualcosa di importante.Le tantissime persone che sono sfilate oggi davanti al feretro per porgere l’ultimo saluto ad Eugenio Cassanmagnago, e questa sala oggi così gremita, dove quest’uomo ha lavorato per vent’anni attraverso quattro mandati, sono l’evidenza che l’intera comunità cormanese è in lutto.
Cassamagnago ha dedicato la sua vita alla comunità, elargendo uno straordinario impegno  per i cittadini di questo Comune. Tutti coloro che lo hanno conosciuto, gli amministratori che hanno collaborato con lui, i suoi compagni di partito, gli avversari politici di quegli anni, le parti sociali operanti sul territorio, i lavoratori delle fabbriche cormanesi, i dipendenti comunali, i sindacalisti,  tutti coloro che con lui hanno condiviso tante lotte attraverso una lunga esperienza istituzionale contribuendo allo sviluppo della comunità cormanese,  non possano non riconoscergli l’ impegno permanente, costante, formidabile, il  senso di responsabilità che lo ha contraddistinto.
La politica era la sua passione, il suo credo, la sua autentica ragione di vita condivisa per tanti anni, permettetemi di ricordarlo, con la sua compagna, l’adorata Franca.
Vi assicuro, avendolo frequentato per quasi cinquant’anni, vi assicuro, che era impossibile al termine di una serata trascorsa assieme, poi non ritrovarsi a discorrere di politica, a discutere, dialogando, magari litigando tanto era il fervore che ci prendeva nell’ analizzare  proposte,  progetti, anche solo  intenzioni da sviluppare sul territorio, comunque sempre per gli altri, per il bene della Cittadinanza.
E quale fosse la sua concezione morale, molto alta, della vita ivi compresa quella politica è noto a tutti sapendo espletare il suo dovere istituzionale con totale onestà e rettitudine.
Certo Eugenio aveva il suo carattere contrassegnato da uno spiccato senso del dovere che riguardava lui e pretendeva fosse anche dell’ultimo militante di partito. Sentiva che la funzione di un uomo pubblico carico di tante responsabilità doveva combinarsi al senso morale della vita privata e pubblica, che purtroppo oggi non è cosa così scontata. Era un uomo che credeva molto nelle sue idee, si batteva con durezza, era in certi momenti testardo, tenace, cocciuto, irremovibile puntiglioso. Ma non era uno che in nome della propria verità rifiutava a priori il confronto, il contradittorio. Era, lasciatemelo dire un vero democratico.  Rammento e con me lo ricordano sicuramente in molti come fosse per lui determinante procedere nelle scelte della cosa pubblica con il consenso di tutti, prima con interminabili discussioni all’interno del partito in cui militava e poi nelle riunioni di maggioranza e poi con il confronto con tutte le forze politiche e sociali alimentando la discussione per far crescere, così lui sosteneva, la coscienza civile e sociale. Quello era il metodo. Non era improbabile che esprimesse condanne politiche, anche dure, ma sapendo rimanere sempre sul terreno di un rapporto politico che non privilegiava nulla a discapito degli argomenti e dei contenuti.
Certamente non accettava,  non poteva concepire la politica come carriera o come potere.  Era un uomo pulito capace sempre di mettere gli interessi personali al di sotto di quello che lui considerava il bene della comunità.
Potrei fare tanti esempi e ricordare una infinità di episodi.
Rammento di avergli sentito dire tante volte che il punto forte di un amministratore locale fosse la capacità di dire no, di sfuggire dai personalismi e dalle facili concessioni, da quelle tentazioni tanto più possibili in un paese in cui tutti ci si conosce. Aveva un rispetto del denaro pubblico da far impallidire anche un genovese come me.
Incarnava un’alta concezione della cosa pubblica, aveva un grande rispetto del partito. E quando non ha più avvertito una totale fiducia in lui non ha esitato a farsi da parte.
E stato per anni, dobbiamo riconoscerlo, un punto di riferimento.
Negli ultimi giorni della sua vita ancora lucidissimo, appeso a un corpo che ormai lo aveva totalmente abbandonato era ancora e sempre lui. Qualche giorno fa in occasione di una mia visita mi disse di chiedere al Sindaco di recente nomina di fare un censimento dei diplomati e laureati del comune, patrimonio di conoscenza di tutti. Quello dello studio e delle competenze e della cultura  era il suo pallino. Retaggio di gramsciana memoria.
Ultimamente aveva preso l’abitudine di ritagliare gli articoli di giornale e me li faceva avere come fosse una sorta di rassegna stampa.  E poi il suo grande dolore esplicato una sera. Mi ha guardato e mi ha chiesto: “ma secondo te, adesso che giornale dovrei leggere…” facendo ovviamente riferimento alla dolorosa chiusura dell’Unità”
Anche alla fine di quello che lui chiamava il suo percorso ha pensato ancora come sempre alla comunità cormanese.
Ha voluto lasciare una parte dei suoi averi chiedendomi di realizzare una sorta di archivio per raccogliere quanto da Cantinotti, primo sindaco del dopo guerra ad oggi, abbiamo conservato. Ci chiede di riordinare i documenti che abbiamo per mantenere una memoria di quanto di buono o meno buono si è fatto e di metterli a disposizione dei giovani.
In tal senso in qualità di curatore testamentario mi auguro che l’amministrazione di Cormano mi aiuti a realizzare questo suo desiderio, nel rispetto delle sue volontà.
Apprezzo e condivido l’idea di intestare questa sala Consigliare al suo nome.
Concludo prima che l’emozione mi tagli le parole e questi semplici pensieri.
Non è questo il momento di fare valutazioni politiche su le cose fatte o non fatte da quest’uomo che è stato comunque per molti anni un soggetto attivo importante una guida della politica di questo Comune.
Colgo l’occasione della presenza degli amministratori e mi rivolgo ai rappresentati delle forze politiche e sociali presenti. La vita di Eugenio Cassanmagnago ricordandolo ci ha fatto pronunciare parole quali onestà, moralità, impegno, passione, consenso.
Credo che il modo migliore per ricordare Eugenio  debba essere nei giorni a venire di cercare di capire  non tanto e non solo quale fosse la caratteristica dominante della sua personalità e della sua passione politica,elementi unici e inimitabili. Mi sento in un momento così complesso e difficile della vita dell’Italia, di proporre di non perdere l’occasione per trarre spunto dal suo esempio per ritrovare con incontri e iniziative adeguate un modello di lavoro che in fondo è il bandolo della matassa per rinsaldare il rapporto tra i cittadini e la politica ultimamente così tanto indebolito.

Vorrei ringraziare infine la Signora Gaia che Eugenio amava chiamare “assistente famigliare”
Gaja,  utilizzando un ossimoro, è stato un energico, vigoroso quanto affettuoso, dolce e premuroso sostegno negli ultimi mesi della vita di Eugenio Cassanmagnago.

Caro Eugenio ti siamo riconoscenti.

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