Riprendo il bell’articolo di Sciltian Gastaldi sul “Fatto” on line che pone un tema importante relativo all’applicazione della democrazia diretta sponsorizzata dal M5S.
Mentre nell’articolo (qui sotto) si illustrano interessanti spunti di riflessione sulle modalità con cui Grillo applica “princìpi” di democrazia diretta al blog, sulla effettiva utilità della democrazia diretta per tutte le occasioni, ecc. io vorrei porre in evidenza le difficoltà di realizzazione di alcune delle “idee” portate avanti dal M5S.
A chiunque abbia un minimo di competenze di sicurezza informatica è stato subito evidente che utilizzare la rete come strumento per implementare la democrazia diretta implica una serie di problemi. Il primo e più immediato è l’autenticità delle “identità digitali”, detto in termini più semplici: “chi mi dice che dietro il nickname MRossi ci sia veramente il sig. Mario Rossi?”
Questo problema è noto a tutti gli esperti e oggetto di studi complessi e di progetti tecnologici e organizzativi molto costosi (pensate ad esempio a quanto possa essere complesso il progetto di identificazione di un cliente che deve accedere al suo conto in banca on-line).
Ancora una volta ho l’impressione che il M5S e i suoi “guru” vogliano dare risposte semplicistiche a problemi complessi e quando si arriva al dunque non riescano ad implementarle.
Forse un po’ di umiltà non farebbe male. Staremo a vedere.
Il Buon Samaritano
—— L’articolo del FATTO ——–
Movimento 5 Stelle, se la democrazia diretta online diventa “merda digitale” di Sciltian Gastaldi | 24 marzo 2013
Sarà certamente un marzo da ricordare, per i futuri storici di questo 2013. Il 10 di questo mese Beppe Grillo aveva dato una botta micidiale alla sua filosofia della democrazia diretta online, annunciando con un cinguettio su Twitter che non ci sarebbe stata nessuna consultazione online con la base degli elettori M5S per decidere se appoggiare o meno gli 8 punti programmatici di Pier Luigi Bersani.
Oggi, infine, dal blog di Grillo parte il definitivo requiem per il principio della democrazia diretta online:
“Da mesi orde di trolls, di fake, di multinick scrivono con regolarità dai due ai tremila commenti al giorno sul blog. Qualcuno evidentemente li paga per spammare dalla mattina alla sera. Questi schizzi di merda digitali si possono suddividere in alcune grandi categorie. Quella degli “appellanti” per la governabilità per il bene del Paese, del “votaBersani, votaBersani“, o del “votaGrasso, votaGrasso” (l’unico procuratore antimafia estimatore di Berlusconi). Quella dei “divisori“, venuti per separare ciò che per loro è oscenamente unito, che chiedono a Grillo di mollare Casaleggio, al M5S di mollare Grillo e a tutti gli elettori del M5S di mollare il M5S per passare al sol dell’avvenire delle notti polari del pdmenoelle. Quindi arrivano, di solito nel tardo pomeriggio, i cosiddetti “ex” […]“
Grillo considera la democrazia diretta online pura e salvifica soltanto fin quando si presenta sotto forma di condivisione del suo personale pensiero. Non appena sorgono critiche, dubbi, distinguo o contrasti, ecco che la scatola magica della democrazia diretta si trasforma in “schizzi di merda digitali”, come titola elegantemente il suo post di oggi.
Anche io non ero persuaso che milioni di persone non competenti potessero improvvisarsi tuttologi e determinare una linea politica di una nazione, ma ora che sappiamo dal più grande sostenitore della democrazia diretta online che esistono “orde ti trolls, di fake, di multinick” che si permettono di inquinare la libera espressione di pensiero, possiamo mettere da parte questo giochino e tornare al concetto di democrazia rappresentativa, dove per lo meno chi la pensa in modo diverso dal tuo te lo dice in faccia e non si nasconde dietro un fake.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/24/m5s-se-democrazia-diretta-online-diventa-merda-digitale/540826/