Grazie Umberto
Grazie Umberto. Grazie a tutti i cittadini e le cittadine per aver creduto in questa avventura.
Adesso ripartiamo da qui.
Non è andata come avevamo sperato. Ora quindi è il tempo delle riflessioni e delle analisi che ci presentano comunque una Lombardia cambiata.
Dal confronto con le elezioni regionali del 2010 emerge che il Partito Democratico aumenta i suoi voti in termini assoluti di circa 400mila unità, passando da 976mila a 1.369.000mila voti.
La coalizione di centrosinistra, dal 33 per cento del 2010, arriva con Ambrosoli Presidente al 38 per cento. Contemporaneamente a questa tendenza nel centrosinistra, il centrodestra vince, ma perde consensi in termini assoluti: il Pdl perde oltre 450mila voti e la Lega oltre 415mila, compensati in parte della lista Maroni Presidente.
Il centrosinistra è quindi l’unico schieramento in crescita contro la flessione del centrodestra.
Umberto Ambrosoli, al quale va il nostro riconoscimento per l’impegno e la passione in questa campagna elettorale, ha conquistato più voti rispetto ai partiti della coalizione che lo ha sostenuto. La sua lista civica ha dimostrato un chiaro profilo espansivo che rafforza il progetto di un nuovo centrosinistra.
Il PD esce da questa tornata elettorale regionale come il primo partito in tutte le province lombarde, tranne Sondrio, e in tutti i capoluoghi di provincia, a partire da Milano.
Naturalmente il risultato uscito dalle urne, inferiore alle nostre aspettative, ha riconsegnato saldamente la RegioneLombardia nelle mani del centrodestra. Abbiamo perso, ma, per la prima volta dopo moltissimi anni, abbiamo guadagnato terreno e consensi. Non è ancora sufficiente, ma la strada tracciata dal centrosinistra in queste elezioni regionali ha ora un orizzonte più definito.
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La squadra del PD in Consiglio Regionale: Alessandro Alfieri, Agostino Alloni, Laura Marta Barzaghi, Carlo Borghetti, Enrico Brambilla, Marco Carra, Rocco Massimo D’Avolio, Luca Gaffuri, Gian Antonio Girelli, Maurizio Martina, Fabio Pizzul, Onorio Rosati, Jacopo Scandella, Raffaele Straniero, Corrado Tomasi, Sara Valmaggi, Giuseppe Villani.
Cosa succede ora in Regione: le tappe istituzionali
Ecco il calendario a tappe prima dell’insediamento ufficiale del nuovo Consiglio Regionale.
Una volta verificata la regolarità dei verbali, l’Ufficio centrale regionale proclamerà eletto il nuovo Presidente della Regione. Al candidato Presidente che arriva secondo spetta un seggio nei banchi dell’opposizione.
I restanti 78 posti di consigliere vengono suddivisi tra le varie liste (17 al Partito Democratico).
Il primo organismo a costituirsi è la giunta regionale. Entro 10 giorni dalla sua proclamazione, il neo Presidente della Regione forma l’esecutivo: massimo 16 gli assessori, tra cui il Vice Presidente, e non più di 4 Sottosegretari.
Dopo massimo 15 giorni dalla formazione della Giunta, il Presidente della Regione illustra al Consiglio regionale il programma di governo per la legislatura, primo vero atto politico.
È poi la volta dei gruppi consiliari. Entro la prima seduta del Consiglio, ciascun consigliere deve dichiarare a quale gruppo intende far parte. Spetta poi ai gruppi consiliari nominare il proprio presidente. I gruppi sono composti da almeno tre consiglieri. Tuttavia, all’inizio della legislatura, un gruppo può essere composto da un numero inferiore, purché i consiglieri siano eletti in uno stesso gruppo di liste provinciali. I consiglieri che non aderiscono ad alcun gruppo sono iscritti al gruppo misto.
Tra il 10mo e il 15mo giorno dalla proclamazione di tutti gli eletti, il Consiglio si riunisce per la prima seduta su convocazione del Presidente del Consiglio uscente